L’abbazia è insieme un “museo” e una “biblioteca”, i locali inferiori sono articolati su tre livelli.
- Biblioteca
- Le cappelle (2 cappelle )
- Sala di interro e mummificazione
Al primo livello: il Presepe, composto prevalentemente da pastori di scuola napoletana realizzati nel XVIII secolo in legno e terracotta che indossano i costumi tipici dell’epoca. A pochi passi dal presepe si trova la Cappella della Madonna del Rosario, dove hanno trovato collocazione antiche statue del XIX secolo ed alcuni dei paramenti sacri del XVIII e XIX secolo.
Al secondo livello: La Cappella di San Michele, antico e suggestivo tempio affrescato nel XVIII secolo e restaurato nel 1907, fino al 1885 sede della Confraternita dei Turchini devota alla Madonna Immacolata. Oggi ospita la Congregazione dei “Gialli” devota a S. Michele Arcangelo, fondata nel XIX secolo da Don Nicola Ricci, la più recente delle quattro confraternite dell’isola. All’interno della cappella vi sono una statua di S. Michele che richiama l’arte siciliana donata all’Abbazia nel 1811 e un organo a mantice in legno dipinto, intagliato e dorato realizzato nel 1770 da Domenico Antonio Rossi famoso “organaro” napoletano. Nei locali del secondo livello ha trovato un’adeguata sistemazione la Biblioteca dell’Abbazia che consta di circa 8000 volumi tra testi a stampa e manoscritti; è possibile vedere in esposizione permanente dei corali in pergamena e cartacei, del XVI secolo, alcuni testi antichi di medicina, geografia, storia, teologia, ed uno dei primi atlanti geografici datato 1570.
Al terzo livello: “La Segreta” dove un tempo si riunivano gli appartenenti alla Congregazione detta dei “Rossi” fondata da S.Alfonso Maria Dei Liguori nel 1733 che venera L’Addolorata. Questa è la confraternita che incuriosisce di più i visitatori sia per il nome che per il fascino del luogo che la ospitava che è intriso di mistero. E’ possibile ammirare una struttura lignea del XVIII secolo, i Banchi dei Confratelli e del Governo che copre quasi l’intero perimetro della cappella, dove un tempo si riuniva il Clero per discutere degli avvenimenti dell’isola: le famose Sedute Capitolari. La Cappella è impreziosita da una splendida Deposizione del Cristo del 1746 opera di Domenico Guarino, allievo di Luca Giordano. Anche qui troviamo un organo a mantice del XVIII secolo ma tuttavia a catturare l’attenzione del visitatore è però un’altra singolare presenza quella di tre bare e di un’urna risalenti al XIX secolo, realizzate in legno intagliato e dorato. Qui trovano collocazione gli ex-voto dipinti ad olio, testimonianza della vocazione marinaresca del territorio.
Queste preziose opere oltre a confermare la devozione a San Michele Arcangelo costituiscono, grazie anche alle didascalie poste in basso ad ogni tela, una valida documentazione atta a ricostruire la storia della marineria procidana.
L’ultima tappa è costituita dall’ossario-necropoli, antico luogo di sepoltura per la presenza di un ambulacro d’interro e di mummificazione al quale si accedeva attraverso botole le cui aperture sono ancora visibili sul soffitto di questi locali. Ai cadaveri veniva praticata la tecnica dello “scolatoio” che unitamente al particolare microclima del luogo favoriva una sorta di mummificazione dei corpi, grazie alla quale ancora oggi è possibile vedere resti umani parzialmente mummificati. Sono altresì visibili alcuni scheletri che costituiscono solo una piccola parte dell’enorme massa di ossa che si è accumulata per secoli nella profonda cavità tufacea al di sotto dell’Abbazia utilizzata come cimitero dell’isola.